Rivoluzione Senato

Ultima modifica 20 Aprile 2015

senatoIl bicameralismo perfetto è il laccio che stringe, fino a soffocare la nostra democrazia. Ce ne siamo accorti da sempre, ma chi poteva ha, da sempre, posposto ogni riforma agli interessi e privilegi personali.

Ora, il Governo propone la cancellazione del Senato come organo elettivo, sostituendolo con un Senato delle autonomie, con membri nominati dalle periferie e dal Presidente della Repubblica, con mansioni e competenze totalmente diverse da quelle attuali.

Lo slogan gridato è il risparmio, il risparmio delle prebende senatoriali, poiché, dicono, i nominati, avendo un altro lavoro (anche quelli nominati dal Presidente?) non necessitano di paga.

Fatemi capire: il Sindaco di Canicattì, piuttosto che quello di Belluno, andrà in trasferta a Roma, “gratis et amore dei”, pagando di tasca propria le spese di trasferta e non percependo neppure un euro, neppure un piccolo gettone di presenza?

E i nominati dal Presidente della Repubblica (21 in tutto, compresi i senatori a vita?) dovranno obbligatoriamente un solido stipendio, per poter prestare la loro opera pro-bono e – scusate – i senatori a vita, che oggi ricevono una cospicua indennità, dovranno rinunciarvi? Certo, diminuiti nel numero e con sedute più che dimezzate, non necessiterebbero certo degli spazi e dei palazzi occupati dagli attuali senatori, nè di uno sportello bancario e di uno postale situato all’interno, nè, tanto meno, di tutto il personale addetto.

Una razionalizzazione sarebbe, quindi, indispensabile e non solo al fine di ottenere un risparmio, ma per l’efficienza della novella istituzione. Ma di questo, pare, non si parla.

Tutto l’interesse è focalizzato sulle nuove mansioni senatoriali e sul risparmio (poco), che se ne trarrebbe.

Nemmeno una parola sulla burocrazia che, come altrove, impedisce un percorso normale alla vita del Senato.

Sembra una modifica campata per aria, senza una vera ricerca del meglio, una trasformazione più per punire la classe politica (rispondendo a una richiesta popolare) e per dare un taglio al nodo scorsoio del bicameralismo perfetto, ma non una riforma meditata ed efficiente.

E, vogliamo parlare della riduzione contestuale del numero di deputati?

È stato steso un velo, è un problema dimenticato, ma una Camera con un numero inferiore di deputati, un numero che permetta loro di lavorare più seriamente, deputati che rispondano direttamente ai loro elettori, che ne portino le istanze e tutelino gli interessi, forse, sarebbe più efficiente.

Così, però, i partiti perderebbero potere, perciò…

Nonna Lì

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