Sesso e disabilità

Ultima modifica 18 Giugno 2018

In questo articolo vi parlerò di sesso e disabilità’ : un argomento considerato ancora tabù da molte persone, e avvolto in un velo di mistero, reticenza e perplessità. La persona disabile è spesso vista come un individuo asessuato, incapace di avere una vita affettiva e sessuale completa, come i soggetti normodotati.

C’è chi disabile lo è dalla nascita, a causa di problematiche avvenute durante il parto, e chi disabile lo diventa, a causa di una lesione midollare (in seguito ad un incidente), o a causa di malattie come la sclerosi multipla o la SLA (sclerosi laterale amiotrofica).

Nella maggior parte dei casi, la persona portatrice di handicap fa tenerezza ed evoca emozioni di commiserazione, poiché viene considerata sfortunata e bisognosa di cure, assistenza ed attenzioni. L’idea che una persona diversamente abile possa vivere una relazione affettiva e/o sessuale non sfiora nemmeno il pensiero della maggioranza di quelli, invece, più fortunati, che non hanno limitazioni fisiche o psichiche, e che si considerano gli unici eletti in ambito sessuale!

Nella seconda puntata del Festival di Sanremo 2016, è stato ospite Ezio Bosso, un musicista e compositore italiano, torinese, che vive a Londra e che dal 2011 lotta contro la SLA: ha suonato divinamente il pianoforte, tra la commozione e l’entusiasmo del pubblico, incantato da una persona che, nonostante la sua difficoltà nell’esprimersi verbalmente, ha trasmesso un messaggio di amore per la musica e, in primis, per la vita.

Pensiamo alla donna disabile: come vive la sessualità?

E’ molto probabilmente una donna ferita nella sua immagine corporea, che ha grande difficoltà ad accettare la sua menomazione (sia se si tratta di paraplegia, che di tetraplegia, o di altra disabilità), che prova moltissimo disagio nel mostrarsi nuda e a lasciarsi andare, spesso rifiutando ogni forma di sessualità, come meccanismo di difesa.

Una donna disabile ha, però, come tutte le donne, bisogno di essere apprezzata, desiderata, ma soprattutto amata, e ha necessità di provare piacevoli sensazioni nell’essere sfiorata, toccata, nonostante le sue limitazioni fisiche. Questa donna ha bisogno di sentirsi bella, non “Bella a metà”, citando il titolo del libro di una cara amica, Vanna Menegatti, che nel 1999 scrisse la sua autobiografia.

Una donna paraplegica ha come molte donne, il desiderio di diventare mamma, ma è combattuta tra la paura di non essere in grado di gestire pienamente il bambino, e la voglia di realizzare questo sogno. Spesso si sente sola, fragile e teme di non essere all’altezza nel ruolo di madre,  in molti casi è ostacolata da impedimenti derivanti dalla mentalità e da atteggiamenti giudicanti delle altre persone.

Questi e altri argomenti, sono affrontati nel mio nuovo libro “Vita affettiva e sessuale nei paraplegici, con riferimento agli aspetti fisiopatologici, psicologici e sociali della funzione sessuale.

Dedico questo libro a tutte le persone disabili che ho conosciuto nel corso della mia vita, personale e professionale, e che mi hanno dato dei grandi insegnamenti: è importante vivere la vita serenamente, lottando giorno per giorno contro le numerose difficoltà e gli innumerevoli ostacoli che si presentano, non dimenticando mai di sorridere…

Per chi fosse interessato, il libro è disponibile su Feltrinelli.it e in tutte le Librerie Feltrinelli, oppure sul sito ilmiolibro.it

Dottoressa Monica Cappello
Psicologa Sessuologa Torino

2 COMMENTS

  1. Sono pienamente d’accordo! Ho lavorato tanto anni come volontaria in piscina con disabili sia fisici che mentali e tutti abbiamo bisogno di amare… Anche fisicamente.

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